Ricollocazione, più collaborazione pubblico-privato

Rafforzamento della Naspi e una maggiore collaborazione tra pubblico e privato nella ricollocazione, con una regia nazionale per superare la frammentazione regionale. Sono gli interventi più urgenti in materia di lavoro secondo Aldo Bottini, presidente Agi (Avvocati giuslavoristi italiani).

È passato oltre un anno dallo scoppio dell’epidemia in cui si sono susseguiti diversi interventi emergenziali in materia di diritto del lavoro. Si sono rivelati adeguati per imprese e lavoratori o serve un cambio di passo da parte del nuovo ministro Orlando?
Gli interventi emergenziali sono stati sostanzialmente di tre tipi: blocco dei licenziamenti, cassa integrazione ed esonero dai vincoli del decreto dignità (in parti­­colare la “causale”) per contratti a termine e somministrazione.
Il blocco dei licenziamenti è il provvedimento che ha fatto più discutere ed è senza precedenti, se si esclude l’immediato dopoguerra. È anche un unicum nel panorama europeo, soprattutto per l’applicazione generalizzata e la durata, ormai superiore all’anno. La norma ha anche sollevato dubbi di costituzionalità, in particolare per il prolungato impatto sulla libertà di impresa. Per un tribunale spagnolo il divieto di licenziamento è contrario al diritto dell’Unione Europea. A prescindere da tutto, il blocco non può durare all’infinito e ci si chiede come uscire da tale situazione. Proprio se si teme un’ondata di licenziamenti, non ha molto senso rinviare il problema, che richiede interventi di politica attiva del lavoro, per sostenere la transizione dei lavoratori da un’occupazione all’altra. Più che difendere posti di lavoro ormai inesistenti, occorre accompagnare i lavoratori da un posto all’altro rafforzando la Naspi e l’assegno di ricollocazione, e con efficaci programmi di formazione e riqualificazione.
Alcuni segnali positivi vi sono: il Fondo Nuove Competenze, costituito presso l’Anpal, sostiene il costo delle ore dedicate all’aggiornamento e alla formazione. È uno strumento molto interessante, che può essere utilizzato in chiave di politica attiva del lavoro; il contratto di espansione, rivisitato dalla legge di bilancio 2021, combina ricambio generazione e riqualificazione del personale, per far fronte ai cambiamenti tecnologici e organizzativi.
La cassa integrazione con causale Covid, senza contributo addizionale delle imprese, è stata certo necessaria, ma nel frastagliato sistema preesistente di ammortizzatori sociali ha scontato farraginosità e ritardi, anche per le interferenze Stato-Regioni sulla cassa in deroga. Il vincolo delle procedure e degli accordi sindacali ha complicato il percorso per le aziende medio-piccole. Quanto ai contratti a termine, il sostegno all’occupazione si è scontrato con le rigidità poste dal decreto dignità, controproducenti per i lavoratori in questa fase. Le pur necessarie e ripetute deroghe temporanee, soprattutto alla causale per le proroghe e i rinnovi, sono probabilmente ancora troppo timide.

Quali misure prioritarie dovrebbe mettere in campo il ministro Orlando per favorire lo sviluppo delle imprese da un lato, ed evitare lo scoppio di una crisi sociale dall’altro?
La misura più efficace è il rafforzamento della Naspi, integrata con formazione e riqualificazione, e un adeguato assegno di ricollocazione. Poi una maggiore collaborazione tra pubblico e privato nella ricollocazione, con la regìa nazionale dell’Anpal – potenziata e con una nuova governance – per superare la frammentazione regionale.
Il Fondo Nuove Competenze e il Contratto di espansione vanno rafforzati, le norme su contratti a termine e somministrazione largamente riviste. La minore flessibilità su durata, rinnovi e causali, che già non si era rivelata efficace (ma non insisto su questo, perché la tesi è controversa e le interpretazioni sono contrastanti), certamente non è adeguata a fronteggiare una ripresa che si annuncia lunga e faticosa.
Infine, la riforma di sistema ormai indispensabile è il nuovo sistema universale di ammortizzatori sociali, al quale come è noto sta lavorando il ministro Orlando. Un vincolo all’ampiezza dell’intervento è rappresentato dalla copertura finanziaria, all’esame dei ministri dell’Economia e del Lavoro. Ma un aspetto positivo, in questa fase dell’emergenza e in presenza di un governo di unità nazionale, è la possibilità di attuare in pochi mesi, incluso l’esame parlamentare, una riforma indubbiamente difficile, che avrebbe richiesto tempi lunghi in un periodo normale.

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