Un anno di Pandemia i nodi aperti in materia di lavoro

Si è parlato di un anno di pandemia, quali sono ancora i nodi da attuali per quanto riguarda il mercato del lavoro, si è cercato di fare il punto della situazione con il professore avvocato Francesco Amendolito, dello Studio Legale Amendolito & Associati e con il dottor Davide Bottalico, Digital Helthcare & Innovation Head di Takeda Italia.

Come interpreta proprio questa decisione?
Francesco Amendolito. Questa mossa del ministro a mio modo di vedere rappresenta un’iniezione di fiducia e questo credo anche si possa parlare per conto delle associazioni di rappresentanza quindi sia quelle associazioni datoriali in particolare Confindustria che quelle sindacali finalmente si incomincia a pensare a chiedere direttamente sotto il profilo soprattutto in pratico delle pirico diciamo alle agli attori principali del mercato quali sono i problemi i problemi da affrontare come e soprattutto pensare a una rinascita dopo questa pandemia confindu si era un pochino ha criticato la nostra diciamo la scelta del ministro parlando di ascoltare separatamente le due fazioni però questo ritengo che sia una scelta operativa più corretto in questa fase perché non è stato aperto un vero e proprio tavolo delle trattative ma semplicemente il ministro anziché utilizzare i dossier sul tavolo del ministero diciamo operati dalla vecchia ministra della ministra uscente evidentemente il ministro vuole sentire dagli attori quali sono le problematiche un primo nodo da sciogliere è sicuramente è quello che vede impegnato il governo rispetto al blocco dei licenziamenti che scadrà il 31 il 31 marzo come tutti sappiamo su questo chi mi conosce sa la mia critica al blocco così lungo operato dal precedente governo perché ho sempre parlato in modo sempre sostenuto che è impossibile accollare i problemi sociali e i costi sociali di quello anche che l’effetto pandemico e della crisi ha esclusivamente ai danni dell’impresa dell’imprenditoria ovviamente sul blocco degli stessi sentimenti le parti sono divise i sindacati solo hanno delle idee correnti diverse rispetto alla confindustria sindacati chiedono un ulteriore proroga confindustria oggi sembra aver assunto una posizione diciamo mediana in particolare il vicepresidente stessa parlato di blocco dei licenziamenti solo per le aziende produttive che sono tuttora chiuse per scegliere il governo in relazione appunto ai vecchi decreti ai divari dpcm che si sono succeduti quello che io sostengo che è chiaro che questa mossa creerà dei problemi sotto il profilo dell’immissione nel mercato del lavoro di nuovi disoccupati sicuramente quando ci sarà lo sblocco però bisogna pensare che la gestione della riorganizzazione e ristrutturazione aziendali non può non passare anche dalla eliminazione di quelli che sono gli esuberi che creano problemi disagio anche organizzazioni stesse.

Quali sono gli interventi che si aspetta da questo nuovo Governo?
Davide Bottalico. Noi come tutti i cittadini italiani anche noi ci aspettiamo che il governo procede adesso con rapidità e con efficacia nel tentare un pò di riparare tutti i nodi che per questioni che ora sono sul tavolo innanzitutto chiaramente c’è l’emergenza pandemica l’emergenza pandemica ha un po svelato quelle che quelli che sono i punti deboli di un organizzazione del sistema salute a livello nazionale che è un sistema frammentato noi oggi siamo utenti sistemi sanitari nazionali questo fa sì che non viene non venga garantito ai cittadini l’uniformità di azioni di trattamento cosa che invece è assolutamente importante la pandemia ci suggerisce che abbiamo bisogno in ogni caso al di là del titolo quinto di una cabina di regia comune di decisioni che vengono prese da un decisore unico e che poi magari vengono declinate all’interno della contestualizzazione regionale e provinciale però se non c’è una cabina di regia si corre il rischio che le velocità siano differenti e che anche il trattamento è anche il riconoscimento dei diritti verso i cittadini sia differente questa veniva anche in passato abbiamo grossi problemi nel garantire l’accesso univoco sul territorio nazionale ha avuto dei nostri farmaci innovativi perché ogni volta ci scontriamo purtroppo contro un sistema troppo frammentato che appunto richiede un passaggio da commissioni disparate di argomentazioni e pratiche sostanzialmente simili usuali alla fine come hanno dimostrato anche i dati sui vaccini no cioè i dati sono quelli della letteratura scientifica e quella non è che cambiando la commissione cambiano i tacchi a disposizione questa cosa deve essere in qualche modo regolamentata perché per garantire diciamo a tutti i cittadini la possibilità di accedere alle cure in modo tempestivo soprattutto per quelle malattie molto gravi ok non basta essere solo innovativi ci vuole anche un aiuto di tutta la parte burocratica e normativa che regola questo tipo di discorso.

Come è possibile evitare una nuova crisi sociale?
Francesco Amendolito. Sì io voglio fare una premessa cioè la contrarietà soprattutto per quello che diciamo e il sistema cioè la mia contrarietà al prolungamento di uno stop ai licenziamenti non è diciamo una affermazione di carattere diciamo ideologico politico cioè ma è semplicemente giuridico in più io dico questo cioè avere paura di poter far gestire l’imprenditore le aziende secondo quello che nelle norme di istituti e diciamo giuridici consentono come anche quello di ristrutturare un’azienda e quindi anche liberarsi tra virgolette dvd di tutti quei lavoratori che sono in eccedenza non significa automaticamente che questa cosa crea nel lungo termine diciamo necessariamente un problema di di crisi sociale di crisi strutturale del mercato perché chiaramente se si dà spazio alle aziende di riprendersi di riorganizzarsi di ristrutturarsi e innegabile che poi automaticamente ci sarà un ritorno diciamo di quella che è l’occupazione e la richiesta sempre più crescente di figure anche professionali differenti rispetto al passato ovviamente si può evitare una crisi sociale rispetto allo sblocco dei censimenti e uno strumento che utilmente e facilmente utilizzabile dalle aziende appunto quello del sistema degli ammortizzatori sociali però su questo la pandemia dimostrato assolutamente l’obsolescenza del sistema tanto era stato fatto una modifica di quello che era un sistema delle disoccupazioni polentari e quindi mi sto riferendo alla l’asti che finalmente è stato riorganizzato con un unicum il il la disciplina della materia di disoccupazione involontaria però ecco la pandemia ha evidenziato tutte le falle del sistema degli ammortizzatori sociali la cassa integrazione guadagni ordinaria piuttosto che la cassetta guadagni straordinaria non sono applicabili a tutto il settore marika tutti i settori merceologici a tutte le aziende a tutti i lavoratori ovviamente confido su questo ha spesso lo scorso luglio un intervento immediato del all’epoca doverlo conte che non c’è stato l’attuale vista orlando sembrerebbe anche questo insomma voglio dire mi sembra una mossa intelligente sembrerebbe che voglia fare una riforma entro fine mese del sistema degli utilizzatori sociali a questo va aggiunto secondo me sempre per evitare la crisi una nuova crisi sociale rispetto alla domanda che mi ha fatto serverebbe un’immediata modifica è compiuto e compiuta disciplina delle politiche attive del lavoro che hanno fallito anche il sistema a mio modo di vedere è fallito perché doveva rappresentare un sostegno al posizionamento positivo tra virgolette dei del dei cittadini e dei lavoratori del mercato del lavoro così non è stato ma è stata solo ed esclusivamente avevo divenire una forma di intervento assistenziale non può peraltro diciamo sottacersi rispetto alla legge all’esigenza di ritornare ad una modifica del contratto a termine che invece è stato un pochino imbavagliato un po ingessato non consentendo quella frase flessibilità organizzativa e gestionale delle risorse che le aziende invece si aspettano e che necessitano rispetto a quello che deve essere una un cambiamento una nuova progettazione quindi ripeto la paura dello sblocco dei licenziamenti non può far sì che quel punto continuiamo ad ingessare a bloccare le aziende rispetto a quella che necessariamente a torto collo risulta essere una neon diciamo una necessità progettuale cioè le aziende devono guardare al futuro quello che sarà in un’ottica di cambiamento di ristrutturazione se non diamo gli strumenti alle aziende questo non sarà possibile e chiaramente la crisi anche sociale continuano ad esserci.

Come si sta muovendo anche Takeda Italia sotto il profilo della formazione, quali sono le linee dunque di sviluppo?
Davide Bottalico. Allora la parola d’ordine in questo momento innovazioni l’innovazione è una grande opportunità per tutto il paese e lo è anche a livello delle farmaceutiche e quindi comprende anche noi si vede che in questo momento storico come noi e farmaceutiche stanno sviluppando il maggior numero di molecole innovative che rispondono ai bisogni dei pazienti in maniera innovativa lo abbiamo visto con i vaccini siamo stati in grado di mettere il campo dei vaccini che non erano mai stati prodotti prima mi riferisco ai vaccini innovativi di Pfizer e moderna vaccini che tra l’altro hanno anche il vantaggio di poter essere modulati in tempi brevissimi rispondere anche alle varianti del virus tutto ciò e innovazione tecnologica ora però questo è un punto molto poco importante l’innovazione non si investa c’è bisogno di creare una cultura e una tradizione delle innovazioni all’interno delle aziende noi puntiamo molto sull’aspetto formativo ogni anno io diciamo in qualche modo supervisione questa parte di formazione legata alla tecnologia all’interno dell’azienda noi ci affidiamo al network in stile open innovation dentro c’è l’università cioè politecnico di Milano ma c’è anche lo Iulm di milano ci sono delle startup creiamo dei programmi di apprendimento personalizzati che portano in azienda tematiche quali l’intelligenza artificiale la realtà virtuale apro il mondo a quelli che sono gli assistenti vocali il modo di insomma combinare la tecnologia ebit età e tutto quello che la medicina del futuro basato sulla telemedicina sul concetto di inter e salute sul concetto di monitoraggio remoto del paziente e di empowerment del paziente noi stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione epocale dal punto di vista della medicina la medicina non sarà più una medicina fatta di face to phase one to one tra medico e paziente ma sarà una medicina di network che coinvolgerà i pazienti i care giver gli ospedali che coinvolgerà anche tutta la parte del personale socio sanitario che libra sul territorio e per far questo per far sì che questa venga c’è bisogno di tecnologia quindi noi stiamo cercando di lavorare su questo aspetto lo facciamo ormai da dieci anni uno degli esempi a che abbiamo una nostra piattaforma abbiamo voluto la nostra piattaforma di tele salute uno dei più grossi partner e cioè oggi sul territorio che ad ilife e diamo la possibilità a titolo gratuito di poter sfruttare questa opportunità a tutte le ausl e ospedali miei territoriali che ci sono diciamo alla parte stima sanitario nazionale basta farci semplicemente una richiesta nome thema titolo gratuito a disposizione perché ve ne remore di adottare questa tecnologia e che quindi con tutto quello che c’è dietro l’adozione di questa tecnologia da parte delle strutture pubbliche immagini fare delle gare di appalto immagini un budget da dover stanziare per queste cose qui noi abbiamo la possibilità di partire subito con un con progetti a ponte che poi facciano cultura anche all’interno delle aule perché come vedrete il punto sarà quello di aumentare la cura degli operatori finali per poter abbracciare l’innovazione tecnologica.

Nella seconda parte di Doppio Binario si è continuato a parlare di lavoro e su come possono fare le aziende per ristrutturarsi, quali strumenti hanno a disposizione, di quali strumenti hanno bisogno e come verrà dettata ovviamente l’agenda da parte del nuovo Governo. Se ne è parlato con l’avvocato Francesco Amendolito, Founder di Amendolito & Associati e con il dottor Francesco Bonvicini, HR Manager di Alfasigma.

In che modo le aziende possono ristrutturarsi con gli strumenti che attualmente hanno a disposizione, che quindi non impattino in modo significativo sui dipendenti?
Francesco Amendolito. Premesso che così come ho detto nella prima parte la puntata io ho sempre sostenuto che il licenziamento del personale in esubero non può e non deve essere letto come una sorta di tabù perché chiaramente continuare a mantenere dei livelli occupazionali in aziende che sono le cotte in aziende che hanno delle problematiche proprio strutturali rispetto all’organismo nè a loro e alla loro produzione evidentemente significa creare appunto come ho detto più volte una pentola a pressione che abbia motori scoppierà per cui non è vero perché se si lascia invece spazio anche a questo le aziende da lì a sei sette mesi autonomisti molto probabilmente potrebbero rioccupare il personale che invece ha dovuto espellere per motivi di esubero di eccedenza strutturale fatta questa premessa ovviamente è possibile anche una ristrutturazione aziendale che non vada ad impattare completamente o totalmente sul personale uno strumento che io ho sempre ritenuto validissimo e che devo dire verità in questo periodo di pandemia è stato anche molto utilizzato dalle aziende e l’utilizzo della contrattazione collettiva di secondo livello in particolare mi sto riferendo ai contratti di prossimità che aiuta però perché comunque consentono deroghe alla normativa nazionale e alla normativa alla contrattazione collettiva nazionale aiutano le aziende a disegnarsi degli strumenti o comunque le modalità operative e gestionali del personale in base a quelle che le esigenze alimentari all’esigenza del territorio perché dobbiamo non dimenticare che dobbiamo dimenticare che le aziende a seconda del territorio hanno delle esigenze completamente diverse non so dalla Lombardia alla Sicilia è così ma un’altra un altro sistema per evitare appunto impatto il grave impatto quindi anche i riflessi sotto il profilo sociale della ricezione di collettivi sicuramente l’utilizzo più strutturale il più organizzato del cosiddetto smart working che sappiamo fino ad oggi è stato usato in maniera emergenziale quindi in maniera errata rispetto a quella che era la natura giuridica dello strumento dello strumento giuridico questo perché dico questo perché da un recente report di Confindustria emerso che le aziende condiviso dello smalto arginarlo anche avuto un risparmio fino al 30 auto fino al 30% bene evidentemente questo risparmio potrebbe essere utilizzato delle aziende in ottica di cambiamento in ottica di ristrutturazione senza che con questo che questo possa impattare negativamente sul personale anzi al contrario potrebbe essere usato quello che un altro light motive a mio modo di vedere che può essere foriero di uno sviluppo strategico delle aziende perché genera maggiore flessibilità e cioè il bilanciamento vita lavoro work life balance attraverso sistemi sedi strutturati e pianificati di welfare aziendale rispetto al quale appunto le aziende potrebbero utilizzare quel risparmio che attraverso l’utilizzo del working lasciare questo libero dove si voglia evitare che l’impatto questa crisi venga ad addossarsi su quello che quelli che sono i lavoratori su personale quindi con tutte le conseguenze sotto il profilo sociale.

Come vi siete organizzati, anche chiaramente guardando al futuro?
Francesco Bonvicini. Dunque io dividerei le esperienze armatori che ha citato l’avvocato che sicuramente è stata per noi non è un fulmine a ciel sereno perché avevamo già anticipato questa modalità di ricorso al lavoro del cosiddetto nel 2019 quindi l’anno prima di questa pandemia in cui tuttora siamo immersi e ci ha consentito appunto di avere una modalità di misurazione dell’efficacia del lavoro del tutto innovativa rispetto al passato abbiamo visto che c’è la possibilità a garantire la continuità del business anche a distanza e questo ovviamente ci induce anche fare dei ragionamenti sul nostro futuro dove probabilmente non sarà più il la metrica della presenza in azienda e delle otto ore di lavoro con il cartellino orologio e costituiranno l’elemento decisivo per capire se c’è efficienza o meno all’azienda ma questa capisco che sia una cosa è evidente quello che noi viceversa stiamo pensando adesso è di porre le basi per un reale cambiamento generazionale perché al di là della situazione che stiamo vivendo dove stiamo affrontando tutti quanti un passaggio importantissimo che ha verso l’industria 4.0 quindi illustrati città di tata ecco ovvio che ci sono delle competenze in gioco nella persona della che sono molto diverse rispetto al passato e di quello che noi ci attendiamo è una soluzione convenuta sarà le parti su questo sono assolutamente d’accordo c’è l’avvocato Amendolito quindi negoziale che identifichi degli strumenti moderni efficaci e che ad esempio potrebbe essere fondi interprofessionali questo punto di vista mi preme sottolineare che nel settore chimico farmaceutico nel corso del 2020 è stato siglato un accordo importantissimo con i sindacati nazionali in questo momento in fase di concreta applicazione che sono usciti dai decreti ministeriali per l’inflazione un fondo che si chiama fondo tris la cui finalità è proprio quella di favorire il ricambio generazionale che modo attraverso dei percorsi che anticipino senza penalizzazioni percorso di caridi e accesso alla pensione e da un altro lato favoriscono appunto l’entrata di nuove professionalità m questo secondo me è una buona strada per ora.

Quali nuovi strumenti dovrebbe introdurre il Governo?
Francesco Amendolito. L’invito sino a poco tempo fa gli stessi sindacati avevano una parola d’ordine denominatore che era praticamente assolutamente no stipule sottoscrizione di contratti così oggi finalmente si incomincia a guardare a un contratto di prossimità come uno strumento utile anche per la salvaguardia della stessa dell’azienda calcio delle aziende e di fronte ad una vision ho mica è emerso per quanto riguarda invece la domanda e cioè quindi il discorso della quali strumenti nuovi dovrebbe adottare il governo e lo abbiamo detto nella prima parte cioè il ministro orlando che ha già avviato io diciamo ritenuto positivo questa sua azione ha già avviato delle consultazioni individuali con le parti diciamo le parti sindacali quindi da un lato le organizzazioni sindacali e dall’altro lato le organizzazioni datoriali per verificare quali sono le esigenze primarie problemi primari che oggi le aggiornarlo anche a seguito della nota pandemia è la prima cosa che è emersa la necessità così come richiesto dal profilo lustri a luglio di operare una riforma immediata degli ammortizzatori sociali e molti datori sociali che tanto sembra pro servono anche ad evitare quella quell immissione sul mercato dei disoccupati diciamo di una parte di lavoratori eccedenti la cassa integrazione guadagni sia ordinaria che la straordinaria hanno evidenziato tutto il loro le loro i loro difetti strutturali cioè un casse che non sono adattabili a tutte le aziende a tutti i lavoratori e che hanno delle problematiche nella l’attuazione e anche nella celerità ricchissimo contributi dell’integrazione salariale stessa quindi chiaramente una riforma degli ammortizzatori sociali garantirebbe una o comunque una tranquillità che devono vivere le eccedenze la crisi interna strutturale organizzativa dall’altro lato io in questo momento credo che sia il momento di ritornare la massiccia operazione di sgravi contributivi e fiscali per le nuove assunzioni per favorire appunto di fronte ad un rilancio delle aziende la possibilità di godere di un uno sconto su quello che il costo del lavoro allo stesso modo mi viene da pensare una detassazione sui nuovi investimenti in questo momento anche in relazione a quello che è stato citato poc’anzi cioè della la digitalizzazione delle aziende quindi della operatività vera e propria per i due per la cosiddetta industria 4.0 fosse una normativa mirata e che dei tassi le aziende perché fanno nuovi investimenti in ottica di rilancio aziendale sicuramente può essere 20 st e poi l’altro argomento che per me così gli sci il mio modo di pensare cioè la flessibilità e la deregulation che consente alle aziende appunto di meglio governarsi di meglio garantirsi le nuove progettualità e per esempio si pensa invece a come hanno ingessato ritornando un po indietro il la normativa sui contratti a termine che invece possono essere utili per determinate esigenze del momento delle aziende quindi ripeto la flessibilità in un’ottica non negativa in un’ottica propositiva e positiva perché può soltanto favorire lo sviluppo aziendale quindi automaticamente l’inter l’incremento dell’occupazione.

Francesco Bonvicini lei cosa ne pensa? Mi pare che siate sulla stessa linea anche visto insomma la sfida che avete davanti che è quella del ricambio generazionale e insomma avete trovato anche uno strumento per attuarla.
Francesco Bonvicini. Sono assolutamente d’accordo soprattutto nel recupero di parti del jobs act che è stato secondo me sbolognato in modo assolutamente acritico e solo per un effetto di antipatia di suo papà che era il senatore Renzi che avesse fatto cosa secondo me un turista del lavoro molto senso è molto più utili rispetto a quelle che invece sono contenute all’interno del decreto dignità che ha come giustamente sottolineato l’avvocato nel merito creato solo dei vincoli e delle ingessature rispetto alle quali le aziende hanno dovuto adottare degli escamotage per sopravvivere perché evidentemente un’azienda che ha delle difficoltà strutturali non può pensare appunto di strutturare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato per delle quote significative di persone questo è difficile da poter comprendere se non ci si svincola dalla sequestro emotivo che quella appunto del superamento dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e voglio ricordare che in Europa nella quale ambito grafico nei campionamenti inseriti in tutte le principali nazioni esiste al posto del divieto di licenziamento la regolamentazione di un equo indennizzo rispetto alla risoluzione unilaterale e credo che questa sia una strada sulla quale per forza di cose dobbiamo ritornare il vetro era disegnata la strada nell’ambito del sociale poi improvvisamente è stato abbandonato si no sicuramente insomma il decreto dignità tra tutti i limiti chiaramente non è uno strumento adeguato per affrontare la crisi contemporanea.

@Trascrizione Automatica

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