Rivoluzione verde, più rinnovabili e meno burocrazia

Investire sulle energie alternative e semplificare le procedure di autorizzazione. Sono queste alcune delle priorità per il raggiungimento dell’efficienza energetica. A sostenerlo è Francesca D’Amico, partner di Abbatescianni e Associati Studio Legale.

All’interno del Recovery Plan assume particolare importanza il progetto di transizione energetica, su cui il Governo pare puntare molto. Cosa ne pensa?
La Seconda Missione del Recovery Plan, Rivoluzione verde e transizione ecologica, è il fiore all’occhiello dell’Italia. A tale progetto vengono destinati non solo la maggior parte dei fondi stanziati dall’Unione Europea, ma anche una parte considerevole dei fondi italiani “complementari”, fino a impegnare circa il 30% dei fondi totali a disposizione. Obiettivi strategici sono senza dubbio gli investimenti e gli interventi previsti per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici (pubblici e privati), degli stabilimenti produttivi e delle strutture sanitarie, per cui vengono concessi rilevanti incentivi fiscali. Con il giudizio positivo espresso recentemente dalla Commissione Europea inizia ora la fase di attuazione del piano che richiederà un grande impegno da parte del governo e degli operatori del settore.

Quali interventi, a suo avviso, potrebbero accelerare il processo di transizione energetica? Quale il ruolo dell’avvocato?
Si dovrà accelerare la messa in opera del piano di investimenti, mediante la riorganizzazione e semplificazione del sistema burocratico, anche con riferimento alle procedure di autorizzazione specifiche del settore, pur mantenendo adeguate e celeri procedure di verifica e controllo. In tale contesto, i riflettori sono puntati sul settore delle opere pubbliche e sulla riforma del Codice degli appalti. Nell’ambito della rivoluzione del sistema energetico l’avvocato riveste un ruolo centrale, avendo il compito, da una parte di assimilare i rilevanti cambiamenti normativi che dovranno essere varati nel prossimo futuro e, dall’altra, di assistere con competenza le imprese operanti nel settore per la realizzazione dei progetti di investimento in tale nuovo sfidante scenario.

Quali saranno a suo avviso le prossime evoluzioni della materia? Tornerà ad approfondirla nel prossimo Speciale?
Tra le sfide principali per l’Italia vi sarà quella di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili, per diventare nell’arco dei prossimi trent’anni carbon neutral, nel rispetto del piano europeo per l’energia e il clima (Green Deal). In tale ottica senza dubbio l’idrogeno sarà uno dei sorvegliati speciali del prossimo futuro. Si punta, infatti, ad avviare la produzione di idrogeno nelle aree industriali dismesse nonché la sua distribuzione ed utilizzo nei settori “hard to abate” e nei trasporti. L’Italia è pronta ad assumere la leadership internazionale nel settore industriale e della ricerca e sviluppo nelle filiere di transizione. Il nostro Studio segue con costante attenzione gli sviluppi del mercato e della normativa, assistendo i principali players nel settore energetico.
La materia è in continua evoluzione e sarà sicuramente interessante approfondirla insieme, anche alla luce delle implicazioni di natura pratica che inevitabilmente si dovranno fronteggiare per la realizzazione in concreto del Recovery Plan.

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