Prevenzione e risk management: due alleati contro la malasanità

Le condizioni delle strutture mediche, la mancanza spesso di coperture assicurative, il divario tra Nord e Sud del Paese, la gestione del rischio, la necessità di figure professionali che si occupino di prevenzione.
Sono molti i possibili spunti di miglioramento e molte le considerazioni da fare a proposito del settore malasanità secondo l’avvocato Francesco Lauri, Founder dell’omonimo studio legale.
L’avvocato Lauri è inoltre Presidente e Founder dell’associazione Osservatorio Sanità, nata nel 2006. Un’associazione composta da un team di esperti di diritto sanitario e che è impegnata nella tutela dei cittadini che hanno subito danni da errate prestazioni mediche, con un focus rivolto anche all’analisi e all’organizzazione delle prestazioni sanitarie.

A distanza di sei anni dall’entrata in vigore, come valuta la legge Gelli-Bianco?
La L. 24/17 ha il pregio di aver introdotto e perfezionato un procedimento con fini conciliativi che si sta affermando sempre più nei Tribunali italiani.
Mentre nei primi anni raramente i Giudici invitavano le parti a conciliare, nell’ultimo periodo la definizione transattiva delle controversie è prassi sempre più frequente e questo grazie ad almeno due fattori: il primo è dato dalla circostanza che il Giudice del procedimento ex art. 696 bis c.p.c. (consulenza preventiva ai fini conciliativi, anche detto A.T.P.) è lo stesso dell’eventuale successivo procedimento a cognizione sommaria ex art. 702 bis c.p.c.
Tale circostanza da un lato fa sì che difficilmente verrà rinnovata la C.T.U., giacché il Giudice di rado si discosta dall’operato dei suoi ausiliari, e dall’altro spinge le parti a transigere la controversia.
Il secondo fattore è dato dalla Riforma Cartabia che “premia” le proposte conciliative ai sensi dell’art. 185 bis c.p.c. In altre parole il Giudice che riesce a far conciliare le parti e a deflazionare cosi il contenzioso conseguirà risultati positivi in termini di statistica e carriera.

Pensa ci siano delle criticità da rivedere? Se sì quali?
La maggior parte delle strutture con le quali ci confrontiamo è in autotutela, ovvero senza copertura assicurativa.
I motivi che hanno condotto le assicurazioni ad abbandonare il comparto c.d. medmal sono molteplici tra i quali l’assenza di tabelle nazionali e l’eccessiva onerosità dei risarcimenti in favore dei congiunti di una vittima, di gran lunga maggiori rispetto agli standard europei.
La scomparsa delle principali compagnie di assicurazione ha decretato la necessità, in capo alle strutture sanitarie in CD “autotutela”, di dover far fronte con fondi propri ai risarcimenti in favore dei danneggiati, e ciò comporta tempi giudiziari assai più lunghi ed un aumento del contenzioso.

Quali sono, a suo avviso, i possibili spunti per un miglioramento della gestione del sistema sanitario nazionale?
Innanzitutto bisognerebbe migliorare, ed a volte creare, figure professionali che si occupino realmente della prevenzione e gestione dei rischi in ambito medico.
Il nostro Paese viaggia a due velocità con un nord molto preparato in materia di risk management, ed un sud ancora molto indietro, fatte salve alcune eccezioni di eccellenza.
Inoltre bisogna lavorare, a mio parere, sul problema delle infezioni nosocomiali che generano ancora la maggior parte dei decessi. Un alto numero di strutture ospedaliere italiane sono vetuste, il che fa sì che i pazienti, soprattutto quelli defedati e con comorbidità importanti, siano più esposti al rischio di contrarre infezioni.
Sotto un profilo processuale, inoltre, l’onere probatorio che grava sulla struttura è spesso impossibile da assolvere e ciò genera risarcimenti milionari che gravano sullo Stato.
L’idea è quella di creare un fondo di garanzia, con risarcimenti calmierati, in modo da limitare le richieste ed i contenziosi.

Lei è anche Presidente di Osservatorio Sanità, di cosa si occupa l’associazione e quali sono i progetti in corso?
Abbiamo appena concluso la seconda edizione di un corso di alta formazione di esperti in responsabilità medica e rischio clinico.
Sono cofondatore di una rivista giuridica “Responsabilità sanitaria, rischio clinico e valore della persona” che raccoglie contributi dai maggiori esperti in responsabilità civile e diritto sanitario, tra i quali Docenti Universitari e Magistrati di merito e di Cassazione.
Infine, il 15 giugno si è tenuto presso la Corte dei Conti di Roma, un convegno sui rapporti tra Pubbliche Amministrazioni e la stessa Corte dei Conti in materia di transazioni.
Infatti, se nel passato la Corte dei Conti si mostrava critica rispetto all’adesione di un ente pubblico ad una definizione conciliativa, ora ha per certi aspetti invertito la tendenza incoraggiandole, anche al fine di deflazionare il contenzioso civile.
Con alcuni giuristi ed esponenti della società civile, stiamo ragionando su un progetto di legge che possa portare le ASL a confrontarsi preventivamente con la Corte dei Conti sull’opportunità o meno di transigere le controversie.

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