Licenziamenti, così la proroga blocca il mercato
Fabio Maria Scaravilli, founder dello Studio Legale Scaravilli, fa il punto sulla disciplina dei licenziamenti dopo il decreto Sostegni, sottolineando quanto la proroga rischi di ingessare il mondo del lavoro e creare disparità tra le diverse forme contrattuali.
Rivedere le politiche attive e passive
Superare il Decreto Dignità che ha paralizzato l’utilizzo del contratto a termine. Ma serve anche un sistema coerente di ammortizzatori sociali universali che garantisca pari tutele a tutti i lavoratori e un sistema efficace di politiche attive del lavoro, per una concreta riqualificazione professionale del lavoratore.
Pmi, ripartire con meno tasse e più indennizzi
La ripresa del sistema non può prescindere da nuovi investimenti in grandi opere pubbliche, da incentivi al turnover aziendale e da bonus concreti a favore di pmi e famiglie in stato di necessità.
Incentivare il piano vaccini nei luoghi di lavoro
Misure più diversificate e proporzionali e incentivare protocolli di sicurezza e piano vaccini nei luoghi di lavoro.
Flessibilità e ammortizzatori da potenziare
La sfida del post Covid è implementare le chance di ingresso al mercato del lavoro.
Crisi sociale, politiche attive imprescindibili
Le politiche attive sono imprescindibili per evitare lo scoppio di una crisi sociale. Non basta una riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, serve infatti una pianificazione della riqualificazione dei lavoratori inoccupati.
Ricollocazione, più collaborazione pubblico-privato
Rafforzamento della Naspi e una maggiore collaborazione tra pubblico e privato nella ricollocazione, con una regia nazionale per superare la frammentazione regionale.
Stop agli interventi emergenziali, in materia di lavoro servono riforme
Una lenta e inesorabile rivoluzione. Sembra la strada tracciata per il mercato del lavoro, che ha sulle spalle un anno e passa di crisi economica globale i cui effetti, però, non si sono ancora dispiegati nella loro interezza.
I fiscalisti sul Viale del Tramonto
Correva l’anno 2014, quando l’allora Governo Renzi varò la legge sulla voluntary disclosure, che di fatto autorizzava il rientro dei capitali detenuti illecitamente all’estero.