Giustizia civile a un punto di svolta

Il 2022 sarà un anno di svolta per la giustizia civile: si va verso il varo della riforma del processo e l’attuazione del nuovo codice della crisi di impresa.

Il 2022 sarà un anno di svolta per la giustizia civile: si va verso il varo della riforma del processo e l’attuazione del nuovo codice della crisi di impresa. Grande attenzione sarà poi rivolta agli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie, in crescita grazie a incentivi governativi e a una sempre maggiore consapevolezza della loro efficienza, soprattutto nelle dispute internazionali. A spiegarlo è Marzia Scura, titolare dello Studio Legale Scura, boutique specializzata nel litigation.

Quali sono le principali novità normative emerse nel corso del 2021 nel contenzioso?
Occupandomi di contenzioso civile-commerciale, lo sguardo non può che andare alla riforma del processo, avallata definitivamente con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 292 del 9 dicembre 2021 della Legge 26 novembre 2021, n. 206 recante “Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata”.
Dalla scorsa Vigilia di Natale ha iniziato a decorrere l’anno entro il quale il Governo dovrà dare attuazione alla legge delega, nel rispetto di principi e criteri direttivi, tuttavia, stringenti e già ben delineati. Salvi quindi i margini di manovra del Governo, sappiamo già che ci attendono dinamiche processuali profondamente diverse, a cui occorre iniziare ad abituarsi, quanto meno mentalmente, sin d’ora, per arrivare pronti al “varo” vero e proprio.
A maggio 2022, inoltre, dopo i molti slittamenti dovuti alla pandemia, è prevista l’entrata in vigore del nuovo codice della crisi d’impresa.

Quali le prospettive di sviluppo per il 2022 in riferimento al contenzioso?
Anche alla luce della incombente riforma del processo civile, credo che per i “contenziosisti” sarà importante avere un occhio di riguardo per i cosiddetti strumenti Adr (Alternative dispute resolution): mediazione, negoziazione assistita
e arbitrato.
Pur rimanendo il processo uno strumento centrale, non si può non riconoscere il livello di sviluppo raggiunto, con alti e bassi, da queste misure alternative, ormai entrate a far parte del necessario bagaglio di chi opera nel settore litigation.
Senza considerare, con particolare riferimento all’arbitrato (soprattutto quello amministrato), che per i contenziosi internazionali si tratta di uno strumento già largamente preferito al processo dinanzi al Giudice, proprio per i suoi caratteri di speditezza, efficienza e specializzazione e per la eccellente organizzazione delle camere arbitrali (non mi si accusi di campanilismo se affermo che la Camera Arbitrale di Milano, che negli anni si è ritagliata una propria indiscutibile e oggettiva nicchia di credibilità a livello nazionale internazionale, anche per aver saputo accogliere le sfide legate alla diffusione dello strumento arbitrale conseguenti al rapido sviluppo del commercio internazionale, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello per il nostro Paese).
Il ricorso agli strumenti Adr ha ora ricevuto ulteriori incentivi (anche di natura fiscale) dalla Legge 206/2021 e ritengo sia un invito da parte del Legislatore da non lasciar cadere nel vuoto.

Quali invece gli sviluppi futuri del suo studio e le novità che si sente di anticipare per il 2022?
Sin da quando ho avviato lo studio, nel 2019, ho puntato su tecnologia, costante aggiornamento e collaborazioni con studi e professionisti d’eccellenza.
Conto di proseguire con la medesima strategia, che sta dando ottimi risultati e, soprattutto sul fronte delle collaborazioni di qualità, mi vede già coinvolta per il 2022 quale coautrice di un prestigioso volume di diritto bancario, materia su cui ho già avuto modo di scrivere in passato.
Seguendo poi i filoni di sviluppo a cui accennavo prima, ho l’obiettivo di intensificare l’attività dello studio, ora prettamente forense, in ambito arbitrale, uno strumento che da sempre mi appassiona e che penso rivestirà un ruolo sempre più centrale nella despute resolution, anche “domestica”, di carattere commerciale.

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