Avvocato Yara Gambirasio: “I processi si fanno in tribunale, non su Netflix”

La famiglia di Yara Gambirasio, tramite il loro avvocato Andrea Pezzotta, ha deciso di non partecipare alla docuserie di Netflix sul caso

I processi giudiziari devono svolgersi nelle aule dei tribunali e non sulle piattaforme di streaming. Questa è la ragione per cui i genitori di Yara Gambirasio hanno deciso di non partecipare alla docuserie di Netflix che sta generando molte discussioni. La famiglia ha scelto di rimanere lontana dalla produzione della serie, come evidenziato anche dalle dichiarazioni del loro avvocato Andrea Pezzotta. Il legale ha sottolineato come la verità processuale sul caso e su Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo in via definitiva, sia stata già ampiamente esaminata.

La posizione della famiglia Gambirasio

L’avvocato Andrea Pezzotta, rappresentante della famiglia Gambirasio, ha dichiarato che la famiglia e i loro difensori hanno ritenuto inopportuno partecipare a spettacoli televisivi riguardanti vicende giudiziarie. Pezzotta ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista a Il Tempo, ribadendo la posizione della famiglia: “I processi devono restare nelle aule di giustizia, non diventare spettacoli televisivi.”

Dopo aver visionato la serie, l’avvocato Pezzotta ha affermato che non aggiunge nulla di nuovo rispetto alla posizione della difesa di Bossetti. Anzi, sostiene che la docuserie abbia un chiaro “taglio innocentista” e sia costruita per convincere gli spettatori dell’innocenza di Bossetti. Secondo Pezzotta, la serie non è imparziale e sembra avere un obiettivo ben preciso: insinuare dubbi sulla colpevolezza del condannato.

Le critiche alla docuserie Netflix

La docuserie di Netflix ha sollevato dubbi sulla reale colpevolezza di Massimo Bossetti e sull’integrità del processo che lo ha visto condannato. L’avvocato Pezzotta ha citato le parole del noto giornalista e critico televisivo Aldo Grasso, che sul Corriere della Sera ha commentato che la serie avrebbe dovuto intitolarsi “Bossetti innocente”. Pezzotta ha concordato con Grasso, aggiungendo che il titolo proposto rispecchia meglio il contenuto della serie.

L’avvocato Pezzotta ha chiarito di non aver discusso la docuserie con i genitori di Yara Gambirasio. La famiglia aveva espresso chiaramente il desiderio di non essere coinvolta già quando furono informati del progetto. “Seguendo la loro linea di sempre, hanno detto che volevano starne fuori nella maniera più assoluta”, ha spiegato Pezzotta. Secondo lui, questa è stata la scelta migliore, soprattutto considerando il taglio “innocentista” adottato dalla serie.

La decisione della famiglia Gambirasio di non partecipare alla docuserie Netflix riflette il loro desiderio di mantenere il processo giudiziario lontano dai riflettori dello spettacolo.

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