Gestione del credito, urge strategia mirata sui singoli debitori

Tra le novità introdotte dal nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, c’è la richiesta di considerare soluzioni alternative all’esecuzione forzata. Così, la gestione del credito diventa ancora più cruciale per salvaguardare la salute finanziaria delle imprese. La sfida dei prossimi anni, per tutti gli operatori del mercato sarà questa: conoscere il debitore, oltre al credito, e trovare la soluzione migliore. A sottolinearlo è Roberto Calabresi, partner di OZIM, che sulle pagine di Le Fonti Legal non nasconde che lo sforzo richiesto da questo cambio di passo non sarà certo banale. Ingrediente fondamentale per la buona riuscita? La condivisione di percorsi comuni con i clienti.

Quali sono le principali novità normative emerse nel corso degli ultimi mesi nel vostro settore di riferimento?
Le principali novità degli ultimi mesi sono rappresentate dall’entrata in vigore di norme attese da anni. Mi riferisco, in particolare, alla gestione della crisi di impresa. L’effetto delle nuove regole sulle nostre attività è già evidente, non tanto sull’attività giudiziale di recupero del credito, che non è cambiata, quanto sull’analisi delle singole posizioni debitorie, per la quale è sempre più frequente la richiesta di considerare soluzioni alternative all’esecuzione forzata. La valorizzazione dei portafogli ormai richiede strategie mirate sui singoli debitori, più che su masse di crediti. È questa la sfida dei prossimi anni, per tutti gli operatori del mercato: conoscere il debitore, oltre al credito, e trovare la soluzione migliore. Lo spirito delle norme più recenti è allineato a questa esigenza. Non è detto che lo sarà la loro applicazione. A questo punto, il legislatore ha fatto quello che è riuscito a fare; ora il risultato dipende da chi di quelle norme farà uso. Al solito, le dichiarazioni di intenti sono ottime. A breve, le confronteremo con i fatti.

Ci sono prospettive di sviluppo per il 2023 in riferimento al vostro core business?
C’è una grande attenzione, non nuova, ma sempre più marcata, rivolta al mercato degli Utp e una grande incertezza sulle Gacs. Anche per questo, per chi, come noi, si occupa del lato legale e giudiziario, i prossimi anni presentano prospettive più interessanti di quelli precedenti.
Vediamo opportunità diverse, per diverse esigenze: sul lato del recupero giudiziale, il contenimento dei costi legali sarà, se possibile, una priorità ancora più stringente per gli investitori; sul lato della gestione del credito, il valore aggiunto sarà la competenza nell’individuare gli strumenti che consentano, ogni volta che ciò sia possibile e non episodicamente, che un Utp non diventi Npl, che un Npl torni performing, che il recupero non sia solo quello che passa dai Tribunali. Pensiamo che chi conosce tempi, costi e rischi del recupero giudiziale possa rappresentare anche il consulente ideale per l’analisi pre-acquisto e la gestione stragiudiziale del credito. Per farlo, è necessario liberarsi dell’abitudine del dare per scontati la procedura esecutiva e il fallimento come uniche strategie; in sostanza, liberarsi dell’idea che l’unica gestione possibile sia quella giudiziale. Non è uno sforzo banale.

Quali, invece, le prospettive per il vostro studio per i prossimi mesi? Si sente di anticipare qualche novità?
Comincio a rispondere con un obiettivo scontato: cerchiamo di crescere, come abbiamo fatto in tutti gli ultimi anni. Siamo partiti nel 2019 con un gruppo di meno di 20 professionisti e oggi abbiamo superato i 50. L’incremento è andato di pari passo con l’aumento degli spazi. Non nascondo che siamo orgogliosi dei nostri uffici e felici di averli in tre città come Milano, Roma e Firenze. Non intendiamo fermarci qui, anzi. Meno scontato è dare un significato al termine: crescere in numeri conferma che il lavoro svolto finora è stato buono, ma sappiamo bene che non basta. In questo mercato vogliamo esserci nel 2023 e negli anni successivi. Per farlo, serve avere una struttura adeguata, la serenità per poter fare investimenti, la necessità di mantenere rapporti saldi con i nostri clienti, prima ancora che cercarne di nuovi. Stiamo cercando “questa” crescita: la condivisione di percorsi comuni, essere considerati valore e non solo costo (minore possibile).
Se non ci si confronta sugli obiettivi, questi restano slogan vuoti, parole al vento. Finora, abbiamo avuto la fortuna di trovare clienti che ci hanno consentito di riempire questi concetti di significato. L’obiettivo è migliorare, anche in questo.

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