“Ecco dove (e come) vogliamo investire”

Per il 2017 gli studi legali d’affari mirano a rafforzare i loro presidi nelle aree di maggiore sviluppo: corporate finance, fiscale, diritto del lavoro, bancario, assicurativo, proprietà intellettuale

Studi legali d’affari pronti a crescere nel 2017. Le law firm hanno infatti messo a punto le strategie di investimento per questo nuovo anno, focalizzando le risorse sui settori considerati in maggiore sviluppo: corporate finance, fiscale, diritto del lavoro, bancario, assicurativo, proprietà intellettuale.
[auth href=”https://www.lefonti.legal/registrazione/” text=”Per leggere l’intero articolo devi essere un utente registrato.
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Dentons, a un anno dal suo approdo in Italia, ha costruito un team di oltre 60 professionisti e non è intenzionato a fermare la crescita. «Il focus in questo primo anno è stato sui dipartimenti più transactional che dovrebbero rappresentare l’ossatura portante nei prossimi anni», spiega il managing partner per l’Italia, Federico Sutti. «Attualmente l’80% dei professionisti dello studio fa parte dei dipartimenti corporate m&a, banking e real estate e questo senz’altro va a vantaggio dei dipartimenti più service».
Per quanto riguarda il 2017, «in primo luogo l’obiettivo è quello di consolidare la presenza sul mercato italiano completando l’offerta full service con alcune delle aree che a oggi risultano ancora scoperte, penso tra gli altri all’intellectual property, al technology, media & telecommunications, nonché al white collar crime», sottolinea Sutti. «Ove possibile, l’intenzione sarebbe poi anche di rafforzare altri dipartimenti quali il litigation e l’employment con l’arrivo di un secondo socio».
Sugli obiettivi raggiunti nel 2016 e le attività che hanno dato i maggiori risultati, Sutti ritiene che «in un periodo relativamente breve di 12 mesi siamo riusciti a costruire un gruppo di oltre 60 professionisti con alcuni soci che hanno una posizione e una seniority riconosciute nel mercato. Sia il settore real estate che quello del corporate m&a sono risultati essere molto attivi e hanno visto lo studio sedere al tavolo di operazioni rilevanti. Sicuramente l’Italia è al centro dell’interesse dei grandi investitori istituzionali stranieri e ci auguriamo che questo interesse rimanga nonostante la complessa situazione politica in cui si trova il paese».

Pavia e Ansaldo si pone invece l’obiettivo, per il 2017, di consolidare e rafforzare il dipartimento di diritto tributario, in fase di crescita. «L’obiettivo che stiamo perseguendo», spiega Stefano Bianchi, managing partner dello studio, «è quello di poter offrire un’adeguata assistenza legale anche in campo tributario ampliando la nostra capacità di assistere le imprese nelle operazioni straordinarie  e gli imprenditori nella pianificazione dei loro assetti patrimoniali, anche in vista dei passaggi generazionali, di estremo rilievo in un paese a forte capitalismo familiare come il nostro. In ambito internazionale intendiamo proseguire con forza nei progetti di sviluppo che, grazie ai nostri numerosi desk esteri, dall’area tedesca al Medio Oriente, e alle nostre sedi in Russia, Giappone e ora anche Spagna, ci consentono di acquisire nuovi clienti e di offrire un’assistenza su misura, fondata su una profonda conoscenza dei diversi ordinamenti e delle diverse economie e culture di riferimento».
Quanto ai settori legali su cui sta investendo maggiormente lo studio, Bianchi afferma che «proprio perché i nostri clienti italiani, spesso propensi ad affrontare le sfide dell’internazionalizzazione, ed esteri, sono imprese, il diritto societario e le operazioni di acquisizione e fusione nonché di finanza straordinaria continuano a rappresentare un volano per tutta l’attività dello studio e il core business sul quale puntare, come attestano recenti e prossimi ingressi di partners in tali ambiti».
Passando a un bilancio del 2016, lo studio è soddisfatto «di poter già registrare, a distanza di soli pochi mesi dall’apertura della sede di Barcellona, un forte interesse nei nostri confronti da parte di grandi imprese spagnole che ci stanno affidando mandati per accompagnarle nella parte italiana dei loro processi di internazionalizzazione», sottolinea Bianchi. «Abbiamo altresì iniziato a raccogliere i frutti del lavoro svolto negli anni scorsi in Medio Oriente e in particolare in Iran, ove siamo percepiti come uno studio di sicura affidabilità per assistere le imprese italiane che stanno instaurando rapporti con la committenza pubblica locale per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali. Nel 2016, in controtendenza rispetto alle scelte di importanti studi esteri, abbiamo rafforzato considerevolmente le nostre capacità a Roma, con l’ingresso di tre nuovi partner e dei loro team nei settori antitrust, corporate e m&a e real estate. Siamo uno studio internazionale ma con radici italiane e una forte presenza a Milano e a Roma per noi rimane strategica».

Latham & Watkins sta invece continuando a investire nelle aree core: «Nel settore corporate finance, in particolare, private equity/m&a, finance, capital markets (debito e equity) e restructuring. In questi settori gli investimenti guardano in particolare alla crescita interna dei professionisti dello studio», dice Antonio Coletti, managing partner dello studio, «in generale è difficile fare previsioni per un intero anno. Il 2016 si sta chiudendo con soddisfazione per il nostro studio in termini di risultati economici, nonché per qualità e quantità di operazioni chiuse nell’anno in tutte le nostre practice core. Alla luce dei mandati conferiti allo studio ci aspettiamo che il 2017 inizi in modo positivo».
«M&a/private equity”, conclude Coletti, «è la practice che mostra una continua ascesa per il numero degli incarichi e la dimensione delle operazioni chiuse negli ultimi 12-18 mesi. Rimangono comunque costantemente impegnate anche le altre practice core finance/restructuring e capital markets. Inoltre, negli ultimi mesi la nostra practice di litigation è stata molto impegnata in contenziosi di rilevanza nazionale».

Gattai Minoli Agostinelli & Partner punta invece, per il 2017, a «consolidare la sua posizione di leader di mercato per le operazioni di corporate finance a maggior valore aggiunto e con maggior grado di difficoltà», dice Bruno Gattai, socio fondatore dello studio. «Lo studio sta rafforzando l’area Tax e regolamentare.  Intende inoltre proseguire nella politica di attrazione di talenti nelle aree core e avviare rapporti di stretta collaborazione con accademici nell’area core».
Per quanto riguarda, invece, gli obiettivi raggiunti nel 2016, Gattai afferma che «sul piano dei numeri, dopo un 2015 eccezionale, nel quale lo studio era cresciuto del 70% in termini di fatturato, il nostro obbiettivo era confermare quel risultato e renderlo così “normale” e non eccezionale. Desideravamo anche completare le practice  dello studio e lo abbiamo fatto aggiungendo il dipartimento antitrust e la finanza strutturata».

Lo studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci
si occupa esclusivamente di diritto del lavoro e sindacale e di contratti di agenzia, ma ha allargato le competenze «anche ad alcuni aspetti fiscali e della privacy», spiega il managing partner, Franco Toffoletto. «Il 2016 ha segnato una crescita di circa il 6%. Nel 2017 abbiamo fatto un budget in linea con l’anno scorso. Abbiamo ormai quasi completamente ammortizzato gli importanti investimenti che abbiamo fatto nel quinquennio 2010/2015». Quanto agli obiettivi raggiunti, Toffoletto sottolinea che «il 2016 è stato un anno molto importante nel quale abbiamo cominciato a raccogliere quanto fatto negli anni precedenti: la piena implementazione del software iLex, la creazione e il funzionamento del nostro centro r&d a Napoli, ma soprattutto l’integrazione sempre più efficace tra i soci che ci hanno consentito di ricevere importanti incarichi».

Lo Studio Zitiello Associati è invece fortemente specializzato nel diritto finanziario, bancario e assicurativo, settori che punta a consolidare ancora di più nel 2017.
«Quest’anno sarà molto importante per lo studio e prevediamo che vi sarà una notevole crescita», afferma Luca Zitiello, socio fondatore. «All’inizio del 2018 entreranno in vigore importanti modifiche normative nei nostri settori di riferimento: basterebbe citare la Mifid 2, la nuova direttiva sulla distribuzione assicurativa (Idd) e la nuova disciplina sui prodotti standardizzati (Priips). Gli adeguamenti da parte degli intermediari e del mercato dovranno essere fatti nel 2017. Lo studio pertanto punta a essere un elemento di riferimento per lo svolgimento di queste intense attività professionali».
La crescita, continua Zitiello, «è legata poi anche a fenomeni apparentemente contrari: la gestione delle crisi bancarie e il crescente innalzamento del contenzioso richiede una risposta professionale alta, qualificata e strutturata. Lo studio, anche in ragione del suo track record e della costante presenza nei settori di riferimento, pensa di poter interpretare questi profili da protagonista con una implicita confidenza nella forte potenziale crescita che da questo coinvolgimento potrà scaturire».
Quanto ai settori su cui sta investendo di più lo studio, Zitiello spiega che «i settori su cui vengono rivolti gli investimenti sono precipuamente quelli di elezione. Per gli intermediari, le banche e le assicurazioni, lo studio cura sia gli aspetti di consulenza che quelli di assistenza nel contenzioso. Gli investimenti riguardano tutti gli interventi che possano portare un ispessimento del profilo professionale della struttura in termini di aggiornamento e del miglioramento del livello di practice, quelli di carattere strutturale che portino a una ottimizzazione della gestione operativa e infine quelli relazionali al fine di incrementare la visibilità esterna e il riconoscimento nel mercato di riferimento».
Riguardo gli obiettivi raggiunti nel 2016, a parere di Zitiello l’anno appena archiviato «ha confermato la bontà del nostro business model e i risultati positivi che da questo possono scaturirne. Nelle materie che rappresentano i settori di elezione lo studio ha conseguito importanti successi che hanno accresciuto la sua reputazione nel mercato di riferimento. A titolo di esempio potrebbero essere citati alcuni temi come l’usura e l’anatocismo su cui ha conseguito importanti successi nella difesa in giudizio delle banche e nella assistenza sotto il profilo sostanziale e contrattuale. Allo stesso modo lo studio ha svolto un ruolo importante nella gestione della riforma legislativa che ha portato li intermediari finanziari e le società fiduciarie a dover iscriversi nel nuovo albo. Anche l’attività giudiziale ha avuto un notevole incremento sia quantitativo che qualitativo. Va salutato con favore il crescente coinvolgimento nella gestione di vicende sempre più complesse e che rivestono un’importanza strategica per il sistema finanziario, bancario ed assicurativo».

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