Contratti a termine nel pubblico impiego: due sentenze di accoglimento

I Tribunali del Lavoro di Vicenza e di Como hanno accolto i ricorsi patrocinati dallo Studio Legale dell’Avv. Solidoro relativi alla parità di trattamento dei docenti italiani precari con i docenti italiani assunti attraverso contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Lo Studio Legale dell’Avv. Sirio Solidoro comunica che il Tribunale del Lavoro di Vicenza e il Tribunale del Lavoro di Como, rispettivamente con sentenza NRG 272/2018 e sentenza n. 168_­2018, hanno entrambi accolto i ricorsi patrocinati dal suddetto Studio legale e finalizzati ad ottenere – alla luce della direttiva comunitaria sui contratti a termine 70/99CE – la parità di trattamento dei docenti italiani precari con i docenti italiani assunti mediante contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca è stato dunque condannato a riconoscere ai docenti ricorrenti le differenze retributive e gli scatti stipendiali, sottolineando come alla luce della predetta direttiva comunitaria, non sia possibile delineare alcun tipo di differenze retributive e stipendiali sulla base della tipologia del contatto di lavoro. Si evidenzia, peraltro, che la questione dei contratti a termine nell’impiego pubblico è ancora molto discussa e in continua evoluzione giurisprudenziale. Per queste ragioni si ritiene che tali pronunciamenti intervenuti a favore dei docenti precari siano importanti precedenti da fare valere per l’intera categoria dei pubblici impiegati.

Il principio di diritto che è emerso dalle predette decisione dei Tribunali del Lavoro è in sostanza il seguente: “nell’interpretazione datane dalla Corte di Giustizia, non consenta di avvallare una disparità di trattamento tra lavoratori assunti a tempo determinato e lavoratori assunti a tempo indeterminato che sia giustificata dalla mera circostanza che detta disparità sia stata contemplata da una disposizione legislativa o regolamentare di uno Stato membro ovvero, come nel caso che ci occupa, da un contratto collettivo  ”.

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