Contenzioso: stop al rito Fornero e spinta alle Adr

Dalle nuove disposizioni sul whistleblowing alle novità in materia di contenzioso. Sono queste, secondo Angelo Zambelli, founding e managing partner di Zambelli & Partners, alcune delle principali tematiche su cui nei prossimi mesi si svilupperà il dibattito giuslavoristico.

Quali sono le novità normative nel settore del diritto del lavoro?
Il 15 marzo scorso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 63 il D.Lgs. 10 marzo 2023, n. 24 attuativo della Direttiva UE 2019/1937, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione Europea. Il nuovo decreto rappresenta una grande novità per l’anno a venire per diversi motivi.
Innanzitutto, è destinato a essere il punto di riferimento normativo sia per il settore pubblico che per quello privato e, inoltre, il suo campo di applicazione coprirà un’ampia area di violazioni del diritto nazionale ed europeo.
Il profilo più importante da evidenziare è il fatto che l’adozione di procedure di whistleblowing diventerà obbligatoria per molte aziende (mentre, allo stato, è solo facoltativa per il settore privato e prevista nell’ambito dei modelli di organizzazione e gestione ex d.lgs. 231/2001).

Dal punto di vista del contenzioso in materia lavoristica, ci sono tendenze o novità da segnalare?
La riforma Cartabia è intervenuta sul contenzioso lavoristico secondo due direttrici principali. Innanzitutto, sono state incentivate le cosiddette Adr: la negoziazione assistita da avvocati diventa finalmente uno strumento alternativo ed ulteriore sia rispetto al processo che alle altre forme di conciliazione. Se questa avrà, infatti, esito positivo l’accordo così raggiunto costituirà titolo esecutivo.
Secondariamente, è stato abrogato il rito Fornero ed è stato introdotto un canale privilegiato per le controversie relative ai licenziamenti con domanda di reintegrazione, applicabile altresì alle questioni in tema di qualificazione del rapporto. Per la trattazione e la decisione di tali controversie, infatti, il giudice potrà ridurre i termini processuali fino alla metà.

Quali sfide attenderanno i giuslavoristi nel 2023?
La sfida principale per il mondo del lavoro nel 2023 è quella della gestione dello smart working, istituto che ha avuto una diffusione massiccia nel periodo emergenziale, anche in ragione delle semplificazioni procedurali introdotte.
Si prospetta, infatti, attraente la possibilità di rendere la prestazione lavorativa da remoto: ciò dovrà essere necessariamente accompagnato, da un lato, da una disciplina più articolata degli aspetti relativi agli obblighi di sicurezza del datore di lavoro e, dall’altro, da una maggiore responsabilizzazione del lavoratore (essendo la stessa legge sul lavoro agile a prevedere che il lavoro da remoto sia organizzato anche per obiettivi).

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