Welfare, per le law firm è ancora un miraggio

Indipendentemente dalla loro portata, oggi gli incentivi per il benessere lavorativo favoriscono notevolmente la soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, la loro produttività.

Non solo. Rappresentano anche una leva in termini di attraction e retention dei professionisti, meno inclini, con i dovuti “incoraggiamenti”, a lasciare il proprio posto di lavoro. Questo è ciò in cui credono le piccole e medie imprese che, secondo il Rapporto Welfare Index Pmi, tra il 2016 e il 2019 hanno più che raddoppiato le iniziative a favore dei propri dipendenti. Decisamente diversa è la situazione relativa al mondo legale, dove il welfare non rientra tra le priorità. Lo dimostra il fatto che su 40 grandi studi legali d’affari interpellati da Le Fonti Legal, solo una minima parte ha comunicato di aver predisposto politiche concrete volte alla promozione del benessere dei propri avvocati. Un dato allarmante che trova conferma anche nelle valutazioni dei diretti interessati: quasi la metà tra collaboratori e dipendenti di studio è infatti insoddisfatta delle agevolazioni e dei benefit messi a disposizione dalle law firm. È quanto emerge dal sondaggio effettuato su un campione di oltre mille professionisti chiamati a valutare le politiche di welfare degli studi di appartenenza.

Alla ricerca della flessibilità
Nel passare in rassegna i principali servizi offerti dagli studi legali è emerso che, a detta degli intervistati, quello più diffuso e allo stesso tempo meglio strutturato è lo smart working: secondo il 58% dei rispondenti, infatti, si tratta di uno strumento utilizzato all’interno dello studio di appartenenza e la sua diffusione è valutata come buona dal 34% e addirittura eccellente per il 24%. Il 68% dichiara una scarsa e insufficiente disponibilità di voucher per il tempo libero, il benessere, lo sport e il turismo, mentre la garanzia di una pensione integrativa e i servizi di assistenza ai figli sono considerati non all’altezza per il 50% degli professionisti. Anche i piani assicurativi non convincono: il 45% del campione non li ritiene adeguati.
Sui benefits c’è una distribuzione delle valutazioni piuttosto omogenea, con solo il 10% degli intervistati che li considera eccellenti all’interno dello studio. Risultano nella media, per il 35% dei collaboratori, i bonus produttività e le agevolazioni relative all’acquisto di abbonamenti per i mezzi pubblici e alla mobilità in generale.

Welfare e benessere
Oltre ad essere il più diffuso, lo smart working è il servizio più gradito dagli avvocati. Alla domanda quali benefici sono importanti per garantire il benessere lavorativo, infatti, le preferenze degli interpellati si sono riversate prevalentemente su orario flessibile e bonus produttività: il 93% di loro ha dichiarato che la possibilità di gestirsi il lavoro senza vincoli di spazio e di tempo risulta molto importante per migliorare la vita lavorativa, così come la possibilità di vedersi riconosciuti i bonus produttività, utili per il 92% dei rispondenti al sondaggio.
Seguono i benefits (utili e molto utili per il 79%), la pensione integrativa (74%), i piani assicurativi medici (70%) e i vantaggi per la mobilità, utili per il 63% dei collaboratori. Meno decisivi per migliorare la permanenza in studio sono i voucher per il tempo libero e i servizi di assistenza per i figli.

Welfare e produttività
Indipendentemente dalla loro diffusione e applicazione, l’89% degli interpellati è convinto che lo sviluppo di piani di welfare all’interno delle insegne sia importante per accrescere la loro produttività. Allo stesso tempo però quasi la metà di loro (44%) non è soddisfatta delle agevolazioni messe a disposizione dello studio di appartenenza.

Welfare e studi legali
In Latham & Watkins le politiche globali si focalizzano su benessere fisico e mentale, protezione finanziaria, vita di tutti i giorni e famiglia: «Negli ultimi due anni, lo Studio ha prestato particolare attenzione e ideato programmi di assistenza rivolti al benessere in senso lato», ha spiegato Antonio Coletti, managing partner, il quale conferma che «una particolare attenzione verso le risorse e il loro benessere contribuisce alla creazione di un ambiente di lavoro positivo e produttivo». Per quanto riguarda i benefit più richiesti dagli avvocati, Coletti afferma di non ricevere specifiche richieste da parte dei professionisti, sia uomini che donne. In Latham & Watkins il team globale che si occupa di welfare è coadiuvato a livello locale dalla funzione risorse umane. In BonelliErede, come spiega Andrea Carta Mantiglia, partner, «l’attenzione alle persone è uno dei pilastri sui quali si basa la strategia della nostra organizzazione per i prossimi tre anni, ed è proprio per questa ragione che è nato il progetto livebetter, il cui obiettivo è la promozione del work-life balance all’interno della nostra law firm». Nello specifico, le politiche di welfare messe in atto dallo studio racchiudono una piattaforma intranet che consente di conoscere le convenzioni e le offerte dedicate alle persone; un’assicurazione sanitaria; policy relative all’assenza per maternità e paternità; due mezze giornate prefestive di vacanza, stabilite per ciascuna delle sedi sulla base del calendario locale delle festività, assegnate a tutti i dipendenti; handy helpers ovvero servizio di concierge aziendale. Nel 2013 lo studio si è dotato di un Comitato Welfare, composto da professionisti e membri del team Hr. Il progetto livebetter, si articola in una serie di iniziative lanciate con cadenza mensile: «nel mese di marzo», spiega Carta Mantiglia «abbiamo lanciato il Friday Toast, un momento di condivisione e relax al termine della settimana lavorativa tra tutti gli interni». Un’attenzione particolare è quella riservata al benessere psicofisico dei dipendenti: «Nel mese di luglio», continua Carta Mantiglia «la biologa nutrizionista della Fondazione Umberto Veronesi, Elena Dogliotti, ci ha fornito consigli preziosi su una corretta alimentazione davanti a una colazione appositamente studiata per l’occasione».
In Norton Rose è stato istituito un comitato dedicato alla salute mentale di collaboratori e dipendenti con la creazione della figura del Menthal Health First Aid Officer (Mhfa), presente in ogni ufficio localmente. «Nell’ufficio di Milano», spiega Attilio Pavone, managing partner «questo ruolo è ricoperto dall’Hr Manager. Inoltre dipendenti e collaboratori hanno il diritto di richiedere allo Studio, una volta l’anno, il contributo di parte della quota per l’iscrizione in palestra e sono incentivati a utilizzare delle biciclette in sostituzione delle automobili nel tratto casa-ufficio, per il benessere economico, fisico e ambientale». Per aiutare i dipendenti a risolvere le problematiche che possono colpire la loro sfera personale e lavorativa, l’insegna ha predisposto un servizio di consulenza telefonica riservata e confidenziale, disponibile gratuitamente, 24 ore su 24, sette giorni su sette. Dipendenti e collaboratori hanno diritto a sconti applicabili alle visite mediche e allo sfruttamento del lavoro agile; inoltre è stata predisposta una cucina per collaboratori e professionisti munita anche di calcio balilla, tv e snack machine; vengono organizzati training, corsi di aggiornamento e attività di team building al fine di favorire l’aggiornamento e la formazione professionale e di rafforzare le relazioni tra colleghi. Di recente lo studio ha potenziato il sistema di valutazione digitale che è strutturato come una sorta di mini-social network internazionale attivo tra tutti i collaboratori nel mondo. Dentons, lo scorso luglio, ha lanciato New Horizons, un progetto di gestione delle risorse, che si articola lungo quattro direttrici: well-being; lifestyle; mobility, services. Il piano welfare de La Scala risale al 2016 e prevede tre tipologie di benefici: il bonus welfare, spendibile in iniziative legate alla salute, al tempo libero e alla famiglia, il bonus scuola rivolto ai componenti dello studio con figli in età scolare, dai 6 ai 19 anni e il bonus bebè. Anche Gop ha focalizzato l’attenzione sulle politiche di welfare attraverso il progetto Gop Cares Social.

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