La boutique di giuslavoristi Lettieri&Tanca ha annunciato una nuova sinergia con l’Avv. Simone Brun che opererà in qualità di Senior Counsel.
L’Avv. Simone Brun, con base a Verona, è membro di AGI Avvocati Giuslavoristi Italiani e del Centro Nazionale Studi di Diritto del Lavoro Domenico Napoletano.
L’Avv. Brun assiste prevalentemente le PMI, significativamente presenti nel territorio del nord-est italiano e che si caratterizzano per un alto tasso di innovazione. Operando in questo mercato, ha sviluppato negli anni una spiccata attitudine ad elaborare ed implementare soluzioni giuslavoristiche coerenti con le specifiche esigenze di tali realtà, maturando una profonda sensibilità per gli aspetti innovativi dell’organizzazione del lavoro, tra cui in particolare le filiere produttive e le reti di impresa.
“Il consolidamento della collaborazione con Simone è l’esito naturale di un percorso che nasce da un’amicizia di lunga data, da una comunione di idee e principi e da una profonda stima e ottimi risultati lavorativi pregressi” dichiara Francesco Tanca. “Poter contare sulle specifiche esperienze e competenze di Simone rende la nostra offerta ancora più completa e rispondente alle concrete e attuali urgenze delle PMI e dei nostri business partner”, aggiunge Mattia Lettieri.
“Questa nuova sinergia è un vero e proprio incontro di esperienze, che parte da un approccio molto pratico e di completa immedesimazione con i bisogni dei clienti e si sviluppa, all’occorrenza, anche in collaborazioni multidisciplinari con professionisti di impresa non giuristi, quali consulenti del lavoro, dottori commercialisti ed esperti di organizzazione aziendale”, continua Simone Brun.
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I robot entrano nelle law firm
4 anni agoPresto anche gli avvocati dovranno vedersela con la concorrenza dell’intelligenza artificiale, con algoritmi capaci di stendere contratti e fare tutta l’attività di ricerca. E, inevitabilmente, ci sarà una riduzione del numero di professionisti
Non ci sono solo i giornalisti, assediati dalla concorrenza dei blog e dei social network nella diffusione delle notizie in tempo reale e dai software in grado di “costruire” articoli attingendo dati e informazioni dalla rete.
[auth href=”https://www.lefonti.legal/registrazione/” text=”Per leggere l’intero articolo devi essere un utente registrato.
Clicca qui per registrarti gratis adesso o esegui il login per continuare.”] Oppure i promotori finanziari che devono vedersela con gli algoritmi nell’offerta di fondi, Etf e piani di investimento. La rivoluzione digitale si appresta infatti a rimodulare tutte le professioni. Anche gli avvocati devono vedersela con la concorrenza dell’intelligenza artificiale, che potrebbe minare alla radice il modello di business degli studi legali. Una trasformazione neanche tanto lenta, perché si prevede che nel giro di pochi anni, forse venti, la professione sarà molto diversa da quella che conosciamo ora.Machine learning algorithm In realtà esistono già servizi, come quello offerto all’indirizzo www.legalrobot.com, che forniscono la revisione automatica dei documenti legali, e in particolare dei contratti, attraverso sistemi di intelligenza artificiale che rivedono in modo automatico eventuali refusi o incongruenze, come l’errata indicazione di una società o di un domicilio. Ma ora lo sviluppo dell’intelligenza artificiale applicata al mondo del diritto offre ben altro a un consulente legale. Si tratta dei cosiddetti «machine learning algorithm», che permettono di analizzare in pochissimo tempo un numero di casi per cui un giovane collaboratore di studio dovrebbe impiegare magari alcuni mesi. Alcuni di loro saranno presto in grado di scrivere molti contratti, e infatti si parla di «smart contract» o contratti intelligenti. Oltre a bruciare il tempo, questi algoritmi permettono di fare collegamenti tra casi analoghi, che sarebbero altrimenti impensabili, o quanto meno titanici anche se la ricerca fosse affidata al miglior team di avvocati. Applicata negli Stati Uniti, che ovviamente sono i pionieri dell’intelligenza artificiale, anche di quella applicata al diritto, e che è un paese di common law dove la giurisprudenza è la principale fonte del diritto, tali algoritmi permettono di analizzare le precedenti decisioni del giudice che istruisce la causa in casi analoghi per verificarne il suo potenziale orientamento, e quindi organizzare un difesa più efficace.I, Ross E infatti il primo robot lawyer è già in opera e ha anche un’identità, ovvero un nome. Si chiama Ross ed è impiegato nella prestigiosa law firm Baker & Hostetler fondata a New York nel 1916 da Newton D. Baker e che conta oggi quasi mille attorney in 14 sedi disperse nel paese. È sicuro che negli Stati Uniti altri studi ne seguiranno presto le impronte.Siamo di fronte a una rivoluzione copernicana del diritto, dove la scelta di affidarsi ad algoritmi per migliorare l’efficienza della professione legale può avere conseguenze imprevedibil. Da un lato questa evoluzione, è il parere di molti avvocati, porterà efficienza e qualità al lavoro. Dall’altro potrebbe creare un eccesso di dipendenza e automazione nella professione. Intanto però vi sono ricercatori che stanno dimostrando che lo stato attuale del machine learning non può superare la capacità di arbitrio di un giudice o di un avvocato.Studio high tech Molti si chiedono infatti cosa ne sarà dei talenti individuali, quelli che fanno la differenza tra un semplice legale e un principe del foro. Talenti come la memoria, che serve a ricordare i precedenti, la capacità di analisi, che serve a considerare tutti gli aspetti di una controversia, il dono della sintesi, in grado di far emergere gli aspetti essenziali nel mare di informazioni, o la creatività, che permette di individuare la soluzione originale a un problema complesso. La sfida è quindi alta: utilizzare l’intelligenza artificiale senza appiattire il prodotto intellettuale.Tutta l’attività di ricerca e di analisi verrà automatizzata. E, se questi algoritmi sono così efficienti come sembra, tutto il lavoro di back office potrebbe essere demandato all’intelligenza artificiale. E se gran parte delle procedure verranno progressivamente automatizzate, è inevitabile che ci sarà anche una riduzione del numero di professionisti oggi inseriti negli studi legali, o quanto meno una loro riconversione in altri ambiti funzionali. Ma quali? O meglio, quali sono i procedimenti che possono essere demandati all’intelligenza artificiale? Quasi nessuno completamente, rispondono i diretti interessati. Ma tutta l’attività di ricerca, al contrario, può essere demandata al robot.La selezione darwiniana Ci sarà quindi una selezione naturale anche nell’affollato ambiente degli studi legali? Gli studi che punteranno alla tecnologia cresceranno, e lasceranno indietro quelli che non hanno saputo cavalcare il cambiamento, è il parere degli osservatori più attenti. Come il terremoto è preceduto da un periodo di grande calma, anche in questo caso sembra tutto fermo. Un lawyer robot infatti attualmente ha un costo molto elevato e pochi studi se lo potrebbero permettere, soprattutto in Italia, dove sono per lo più piccoli e spesso individuali. Ma la tecnologia corre molto veloce e tende a diventare popolare, ovvero accessibile in tempi strettissimi. La riduzione della forza lavoro e l’inserimento di robot lawyer farebbe pensare a un’analoga riduzione dei costi legali e quindi anche degli onorari. 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Latham & Watkins nomina un nuovo Chair e Managing Partner
3 anni agoLo Studio Legale Latham & Watkins annuncia la nomina di Richard Trobman a Chair e Managing Partner dello studio.
Richard Trobman è uno dei professionisti di riferimento nel mercato high yield in Europa. La sua attività include l’assistenza a banche, fondi di private equity e società nel collocamento di strumenti finanziari, in ristrutturazioni, bridge loan e operazioni di fusione e acquisizione, con particolare attenzione all’emissione di obbligazioni e alle operazioni di leveraged finance. Nel 2017 Trobman è nominato vice chair dello studio, dopo essere stato membro del Comitato Esecutivo per tre anni. Inizia la carriera in Latham & Watkins nel 1991 come associate dell’ufficio di Los Angeles, si trasferisce poi a New York nel 1993, ed a partire dal 2000, anno in cui è diventato socio dello studio, opera dall’ufficio di Londra.
Trobman assume questo nuovo incarico forte di una grande esperienza di leadership, avendo già ricoperto, fra gli altri, il ruolo di Local Corporate Department Chair dell’ufficio di Londra (2008-2014), oltre ad essere stato membro del Women Enriching Business Committee (2015-2017), dell’Associate Committee (2006-2008) e dell’Ethics Committee (2001-2007).
“Sono orgoglioso di servire lo studio come Chair e Managing Partner. Questo è un momento di grande fermento nel settore legale e continueremo ad impegnarci per accelerare la crescita e perseguire l’innovazione al servizio dei nostri clienti”, ha dichiarato Richard Trobman, aggiungendo: “Sono onorato di lavorare con la leadership e con i soci dello studio a livello globale per consolidare i successi raggiunti. La forza di Latham & Watkins si fonda su un impegno condiviso nella ricerca dell’eccellenza, un’attenzione continua per fornire un servizio senza eguali, una cultura imprenditoriale e una grande passione per l’innovazione. Questi valori ci hanno portato dove siamo oggi e continueranno ad assicurarci la guida del settore”.
Richard Trobman ha conseguito un JD presso la Northwestern University School of Law nel 1991, preceduto da un BA conseguito presso la Bucknell University nel 1988.Post Views: 168 -
Tre nuovi soci per l’area banche e finanza di La Scala
2 anni agoCresce l’area Banche e Finanza di La Scala Società tra Avvocati: ammessi alla partnership Marco Contini, Laura Pelucchi e Federico Valeri
Cresce ancora l’area Banche e Finanza di La Scala Società tra Avvocati: l’Assemblea dello Studio ha ammesso alla partnership Marco Contini e Laura Pelucchi, della sede di Milano, e Federico Valeri della sede di Roma.
Marco Contini, 36 anni, laureato all’Università degli Studi di Pavia, è entrato a far parte di La Scala Società tra Avvocati nel 2009 dove si è occupato in particolare di recupero crediti e diritto civile. Coordina il team Utilities di La Scala dal 2015. Fornisce assistenza a primari operatori delle utilities e delle telecomunicazioni nella risoluzione delle loro criticità tipiche e nel recupero dei crediti correlati.
Laura Pelucchi, 37 anni, laureata all’Università Statale di Milano, ha fatto il suo ingresso in La Scala nel 2012. Si occupa di contenzioso bancario con specializzazione nelle attività di gestione e recupero dei crediti assistendo primari istituti di credito. Pelucchi è autrice di pubblicazioni e approfondimenti, oltre che relatrice a seminari e convegni, in materia di procedure esecutive. E’ membro del comitato scientifico e docente di “La Scala Youth Programme”.
Federico Valeri, 42 anni, laureato all’Università La Sapienza di Roma, è entrato a far parte di La Scala Società tra Avvocati nel 2010. Specializzato in diritto bancario e finanziario con focus nella gestione dei non performing loans, ha maturato esperienze nel coordinamento in outsourcing delle attività di recupero crediti di natura bancaria, in special modo nel settore dei “large ticket”. E’ docente di “La Scala Youth Programme”.
“La Scala punta da tempo sulla valorizzazione e sulla crescita delle sue risorse interne; e queste nomine ne sono una ulteriore conferma”, ha dichiarato il senior partner Giuseppe La Scala.
Lo Studio, nelle sue 10 sedi italiane, conta su 290 risorse, comprendendo 190 professionisti e uno staff di 100 persone.
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