Studio Gullì, supporto fiscale nel territorio piemontese

Tina Gullì, fondatrice e titolare dello Studio Gullì, realtà specializzata nella consulenza fiscale, racconta lo status del tessuto economico regionale piemontese, dove l’adeguamento del sistema istituzionale alle necessità dello sviluppo della regione risulta a oggi necessario.

Studio Gullì è ben radicato nel territorio piemontese. Che tipo di clientela assistite maggiormente?
Innanzitutto prendendo in considerazione il tessuto produttivo, un ruolo fondamentale lo svolgono le aziende familiari che sono le più diffuse rispetto alle non familiari, in tutta la province del Piemonte e sono quelle che assistiamo maggiormente in dettaglio: A) nel settore manifatturiero -costruzioni immobiliari -alimentare tessile abbigliamento servizio alloggi -ristorazione; B) per la cultura e tempo libero attività artistiche e di divertimento, ricerche scientifiche, attività finanziarie – consulenze turistiche ed altre; C) e in quello dei i prodotti per la casa e Ict e-commerce antiquariato- bottiglie vino-accessori – articoli di bigiotteria alimenti e accessori animali

Quali sono le tematiche fiscali di cui vi state occupando?
Principalmente l’obiettivo è di fornire agli imprenditori una consulenza che lo aiuti a comprendere quali sono i nuovi indirizzi dell’Agenzia delle Entrate e come si sta evolvendo il rapporto con il contribuente, per affrontare i periodi di crisi e di post crisi, cioè quali sono i rapporti tra i diversi attori della fiscalità (Agenzia Entrate, GdF, Agenzia Entrate Riscossione); quali sono le opportunità che il contribuente che può e deve cogliere dalla conoscenza dei propri diritti e dalla conoscenza delle opportunità che l’Agenzia delle Entrate offre sia in caso di errore, sia in termini agevolazioni con la modifica dei rapporti tra fisco e contribuenti le misure agevolative per gli imprenditori.

Con la fine della pandemia è cambiato il ruolo dei commercialisti? Se sì, in che modo?
Il sistema economico regionale piemontese nelle sue diverse componenti vive un periodo di transizione che negli ultimi anni, a partire dalla crisi, proseguendo con la pandemia, ha determinato una perdita del suo peso relativo rispetto ad altre regioni del Nord. In particolare, le regioni riconducibili ad un triangolo tra Milano, Bologna e Padova, che si allarga verso Venezia e si prolunga attraverso Trento e Bolzano in direzione del Brennero e dell’economia mitteleuropea, mostrano una dinamica integrata e in accelerazione. Essa ha alla sua base una crescita della base produttiva ancorata all’economia della conoscenza e una rete più adeguata di connessioni infrastrutturali che ancora manca al Piemonte verso la Francia e la Liguria (TAV e terzo valico), e che potrà diventare operativa, se va bene, alla fine del prossimo decennio. In tali aree del Paese questa trasformazione è percepita ed interiorizzata da parte degli attori locali che con l’aiuto dei commercialisti dovranno affrontare questo problema, traducendosi in visioni del futuro comuni e le richieste di maggiori poteri a livello decentrato, ridisegnando buona parte degli obiettivi per arrestare il processo di declino relativo del Piemonte, prima fra tutto l’adeguamento del sistema istituzionale alle necessità dello sviluppo, dovrebbe rappresentare un punto rilevante dell’agenda politica per il Piemonte. Bisogna fare presto, creare opportunità di sviluppo ed evitare i rischi forieri di ulteriore declino.

Quali saranno le problematiche che, a suo parere, affronteranno i commercialisti nell’area del Nord Italia?
Soprattutto agevolare lo sviluppo e il rilancio delle piccole e medie imprese anche in situazioni di pre-crisi, crisi reversibile o a rischio di difficoltà, mediante azioni di supporto e sostegno attraverso agevolazioni ed incentivi collaborando con la Regione e gli Enti istituzionali il compito principale è la consulenza e lo sviluppo dell’impresa – servizi a sostegno dello sviluppo e del rilancio delle imprese pmi sul territorio piemontese.

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