Speciale Fisco: con la riforma, necessario investire nella formazione continua dei professionisti

Revisione e graduale riduzione dell’IRPEF, nella prospettiva di introdurre un sistema fiscale ad aliquota impositiva unica: un obiettivo ambizioso, ma utile, quello della legge n. 111/2023. Così afferma Maurizio Celona, Founder dello Studio Celona, commentando la riforma fiscale 2023. Nuove normative che, per i professionisti del settore fiscale, comporteranno la necessità di una formazione continua “specialistica” che possa tradursi in successo e competitività nell’esercizio della propria professione.

A suo avviso, quali sono le potenzialità e quali le criticità della riforma fiscale 2023?

La legge delega di riforma fiscale (legge n. 111/2023) approvata dal Parlamento il 4 agosto 2023 prevede, tra l’altro, la revisione e la graduale riduzione dell’IRPEF, nel rispetto del principio costituzionale di progressività e nella prospettiva di introdurre un sistema fiscale ad aliquota impositiva unica.

Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma utile, che necessita di molteplici interventi governativi su tutti gli aspetti che regolano la tassazione delle persone fisiche tenendo conto da un lato degli stringentivincoli del bilancio pubblico e dall’altro della necessità di garantire, mediante la definizione di una equa “No Tax Area”, ai percettori di reddito di lavoro (e di pensione), erosi in questi ultimi anni da una crescente inflazione, un livello di salario minimo, aggiungerei disponibile, sufficiente ad assicurare al lavoratore e alla propria famiglia un’esistenza libera e dignitosa in ossequio all’art. 36 della Costituzione.

Il Governo dovrà affrontare alcune principali criticità rappresentate, a mio avviso, dalla necessità  di adeguare l’ordinamento tributario nazionale alle raccomandazioni OCSE e ai principi stabiliti dall’UE rendendo il sistema di imposizione sul reddito maggiormente incisivo sui redditi delle grandi multinazionali migliorandone la competitività sul piano internazionale (Fiscalità internazionale); di garantire a lavoratori e pensionati un reddito da lavoro disponibile minimo; di semplificare il sistema tributario riducendo gli oneri amministrativi a carico delle imprese. 

In che modo la riforma impatterà nel lavoro dei consulenti?

La riforma del sistema fiscale comporterà per i professionisti del settore un’accelerazione dell’obsolescenza delle proprie competenze per rispondere alla quale sarà necessario investire tempo e risorse nella formazione continua “specialistica” da considerarsi non tanto come un obbligo deontologico ma piuttosto come fonte di successo e vantaggio competitivo per lo studio.

Parimenti la riforma dovrà rappresentare la spinta decisiva ai processi di digitalizzazione e di aggregazione degli studi professionali in modo da poter cogliere le opportunità di crescita sfruttando non solo l’ottimizzazione dei processi gestionali interni allo studio ma anche l’integrazione con altri professionisti.

Quali sono, nella sua opinione, i possibili spunti per un miglioramento della gestione del sistema fiscale nazionale?

Rafforzare gli istituti che avvicinino gli Uffici finanziari al Contribuente creando un rapporto agile che ponga tutti i cittadini in condizione di interloquire facilmente con gli uffici e non violare le norme fiscali a causa della loro complessità interpretativa.

Emanare un nuovo testo unico che sia chiaro e non consentire alle corti di giustizia tributarie di modificarne, a piacimento, la sostanza creando la confusione e l’incertezza che oggi esiste sull’applicabilità delle norme.

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